Dall’ascolto al dialogo: la relazione medico-paziente

Il nostro Presidente presente al seminario istituzionale presso il Senato della Repubblica

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“Dall’ascolto al dialogo: la relazione medico-paziente”. 

Lo scorso 3 Ottobre,  a Roma, presso la  Sala Zuccari del Senato della Repubblica, si è svolto il seminario istituzionale  dedicato alle testimonianze di pazienti e caregiver sulle loro esperienze di dialogo con il medico, promosso dalla senatrice Ylenia Zambito, segretaria della decima Commissione permanente ( affari sociali e sanità).

Da un’indagine svolta da Helaglobe, in collaborazione con diverse associazioni di pazienti aderenti al progetto “Insieme per”, emerge un palese malcontento da parte di due pazienti su tre, degli oltre 400 che hanno preso parte al sondaggio, .

Ben 414 narrazioni di persone con malattie croniche, in prevalenza infiammatorie o malattie genetiche rare e dei loro caregiver. L’insoddisfazione manifestata riguarda sia il momento della prima comunicazione, ovvero la diagnosi, ma anche la malattia e i successivi anni di terapia che si prolunga, in media, per poco meno di una decina d’anni.

All’incontro era presente anche il Presidente di AdPEE, Nicola Merlin che, , ringraziando gli organizzatori dell’iniziativa ha definito

 fondamentale continuare un confronto costruttivo per migliorare e potenziare, attraverso la formazione, il livello e la qualità della comunicazione tra persone con patologia, caregiver e professionisti della Salute. Il risultato sarà un miglioramento della qualità della vita di tutti”

Tra i partecipanti anche Alessio Boni, Paziente Esperto EUPATI e presidente dell’associazione Palinuro, il quale ha affermato quanto sia importante che “il paziente comprenda la sua malattia e arrivi preparato e in grado di formulare domande appropriate al medico, in modo da ottimizzare il tempo della relazione e della visita ” aggiungendo ” Noi associazioni e federazioni di pazienti possiamo porci come facilitatori di questo percorso di consapevolezza del paziente, di conoscenza della propria malattia e di un minimo alfabeto medico. Siamo persone, non contenitori della nostra malattia».

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